/Luigi-Pirandello

Caratteri generali:

È un autore siciliano che nasce in provincia di Agrigento, applica tutte le teorie del romanzo del Novecento. Mentre Verga non si può comprendere senza la Sicilia, l’ambientazione delle opere è il mondo, non la Sicilia, parla infatti di temi slegati da quel contesto. Proveniva da una ricca famiglia borghese, aveva ereditato una zolfara dai genitori. Il padre l’aveva inscritto ad un istituto tecnico commerciale, Pirandello se ne va, andrà al liceo Classico e poi studierà Lettere a Roma. Litiga con il professore e si laurea in Germania, a Bonn.

Si trasferisce a Roma e si sposa con una siciliana, Antonietta Portolano, figlia di un ricco commerciante di zolfo. Avrà tre figli, nel 1903 a causa di un’inondazione crolla una miniera di zolfo, che mette in crisi le finanze della famiglia. La moglie aveva paura di rimanere senza patrimonio, da quel momento inizia per la moglie una depressione e malattia mentale che la porterà al ricovero in una casa di cura dalla quale non uscirà più. La malattia della moglie è uno dei temi fondamentali delle opere di Pirandello.

Pirandello vive negli anni del fascismo, si iscrive al partito poco dopo l’uccisione di Matteotti. È convinto che il partito fascista sia utile e necessario per l’Italia del dopoguerra. Oltre ai romanzi e alle novelle crea una compagnia teatrale, sostenuta in parte dal partito fascista, nella quale chiama Marta Abba, tra le più importanti attrici dell’epoca. Muore a Roma nel 1936, ottiene il premio Nobel per la letteratura.

Opere:

Scrive:

È l’autore che meglio di altri descrive nelle sue opere le caratteristiche della società di massa, al centro della sua analisi c’è la discussione sul contrasto tra apparenza e sostanza, tra l’essere e l’apparire, tra la persona e il personaggio, tra l’identità e la maschera etc. dice quindi “nella società di massa conti se sei omologato”. Pirandello dice che “per essere qualcuno devi indossare una maschera”. Cambiando in continuazione maschera perdiamo la nostra identità. Pirandello spiega quest’analisi indirettamente attraverso la tecnica narrativa dell’umorismo.

Umorismo e comicità:

È una modalità di scomposizione e ricomposizione della realtà attraverso la riflessione. È una tecnica sia narrativa, sia di analisi. Si prende la realtà, la si scompone, si trova un elemento non conforme e la si ricompone per far ridere. L’umorismo è il sentimento del contrario, sento che c’è un comportamento contrario da ciò che dovrebbe essere.

La comicità è l’avvertimento del contrario, si fanno delle azioni contrarie a quello che dovrebbero fare le persone normali.

Avvertire indica una sensazione di distacco, sentire è più elaborato. Il passaggio da comicità ad umorismo avviene attraverso la riflessione.

L’esempio di Pirandello: Io vedo una donna di una certa età. È vestita in un modo contrario rispetto a come dovrebbe essere una donna della sua età, ha le gonne corte, i capelli colorati, è truccata e vestita con abiti da giovane. Quando la vedo rido (comico, avverto il contrario). Se rifletto, vedo con attenzione la signora, e conosco delle sue cose capisco che vuole nascondere rughe, capelli bianchi, essere appariscente per attirare l’attenzione del marito. Ora rido ma comprendo le ragioni (Umorismo).

Secondo Pirandello la vita è il prodotto di una continua trasformazione, anche l’uomo si trasforma in continuazione attraverso l’utilizzo della maschera. Nella società di Pirandello non si può vivere senza la maschera, chi prova a vivere senza poco dopo la riprendono, sono considerati pazzi. La società di Pirandello impone l’uso della maschera per avere delle relazioni sociali, una società basata sulla forma e sulla maschere è apparente e falsificata. Si deve leggere la realtà quindi attraverso il relativismo conoscitivo, quindi si conoscono cose, persone e realtà in modo relativo, non si possono definire le persone, ci sono tanti fattori che non si possono conoscere.

L’etica e la morale sono degli obblighi assurdi per Pirandello, le regole non hanno ragione di essere dato che tutto è relativo. Dice, la prima struttura insensata da annientare è la famiglia, condiziona le idee e impone regole ed obblighi.

Novelle per un anno:

Sono un’opera che ha coinvolto la sua intera vita, dovevano essere 24 libri, in realtà ne ha scritte 243 in 15 volumi. Le novelle sintetizzano i temi e la visione di Pirandello.

Il treno ha fischiato:

Il testo racconta la storia di Belluca, la novella inizia quando i fatti somo già accaduti. Dice ”farneticava, aveva la febbre e tutti i suoi compagni d’ufficio che erano andati a trovarlo all’ospizio avevano capito che stava male. I medici dicevano che era encefalite, coloro che erano andati a trovarlo si chiedevano “Morirà?” a nessno veniva in mente le motivazioni che avevano portato Belluca a farneticare, ma era successo un fatto. La sera prima Belluca si era ribellato al suo capoufficio, gli si era quasi scagnato addosso, ma lui era un uomo tranquillo, sottomesso, nessuno avrebbe mai pensato ad un comportamento del genere. Di lavoro faceva il bilancio, scriveva le note, eseguiva sempre gli ordini in silenzio. Quando qualcuno gli diceva parole stava zitto perchè era abbituato da anni e continue bastonate a sopportare. Già quella mattina in ufficio si era presentato con un’aria insolita, sembrava che guardasse le cose in un altro modo, sorridente. Il capo ufficio lo squote, ma lui risponde “il treno ha fischiato”. Il capo si arrabbia, quelli che lavorano escono ridendo e lo considerano pazzo. Intanto era abbastanza tranquillo, imitava il fischio del treno. Immaginava le montagne, il percorso del treno, e nella sua immaginazione si sentiva tranquillo e meno alienato del fare tutti i giorni le stesse cose. Bellucca non è impazzito, qualcosa gli è accaduto. Spiega, Lui vive con tre donne che vogliono essere servite, ma è talmente compresso dai doveri che il fischio del treno lo risveglia, si rende conto che il mondo esiste. Nella conclusione, dopo aver sentito il fischio, torna ad essere quello che era prima, nessuno può vivere fuori dalle convinzioni sociali, famiglia e contesto. Bellucca vuole essere quello che è e gli dicono che è matto. Non esiste la possibilità di avere una propria identità nella società. Lui torna ad essere quello che era, ma vive meglio, sa che per un momento può recuperare la sua identità.

Il fu Mattia Pascal:

È un romanzo pubblicato nel 1904, non ha una struttura lineare, soprattutto nell’introduzione, e premesse. La storia segue il percorso di Mattia Pascal, che diventerà Adriano Meis, e poi “il fu Mattia Pascal”. È la storia dell’ identità sospesa di un uomo e della sua evoluzione,

… dopo aver cambiato vita va a Roma e si innamora della figlia del proprietario della locanda. La vuole sposare, ma nel contesto sociale non è nessuno, perchè non ha documenti. Gli uomini che non rispettano le convenzioni socili non hanno identità. Adriano Meis ritorna nel suo paese e decide che vuole tornare ad essere Mattia Pascal. Questo però non è possibile, va al cimitero e vede la sua tomba, sua moglie si è risposata, quindi non gli rimane che scrivere le sue memorie chiuso in una biblioteca in Liguria, fuori dalla realtà.

Trama:

Era un bibliotecatrio, viveva con la moglie e la sposa, aveva due gemelli ma sono morti, voeva andare in america ma quando arriva a Montecarlo vince una somma di denaro al gioco, e quando vuole tornare in Liguria legge dal giornale della sua morta, quindi decide di cambiare vita.

Componimento:

Il romanzo ha parti descrittive e parti filosofiche, è una narrazione complessa. L’idea di scrivere questo romanzo gli è venuta in una biblioteca dove lavorava, con l’amico Don Eligio.

Dopo questa parte generale dice:
gli uomini sono delle trottole invisibili illuminate da un filo di sole, stanno in una terra che è come (rispetto all’universo) un granello di sabbia che gira senza sosta, senza sapere perchè e senza arrivare ad un destino. In questa terra a volte fa caldo, a volte freddo, e per non farci annoiare gira continuamente. Copernico * ha rovinato l’umanità. Noi dobbiamo adattarci all’idea che siamo piccoli, che per l’universo non valiamo niente e che le nostre invenzioni e scoperte sono nulla in confronto alle forze più grandi. Dimentichiamo spesso che siamo atomi infinitesimali e per questo spesso ci facciamo la guerra anche per un piccolo pezzo di terra. Se ci ricordassimo che siamo una piccola entità, vivremo nel mondo in modo diverso.“.

Copernico viene citato perchè è stato il primo a mettere in discussione il sistema geocentrico. Questo prevedeva che tutto girasse intorno alla terra, e dipendesse da essa. Quello eliocentrico, invece, prevedeva che la terra fosse solo uno dei tanti sistemi in un contesto infinitamente grande.

Capitolo 8:

È un capitolo importante, Pirandello fa una riflessione, Mattia Pascal è Adriano Meis e scrive:

Io sono Adriano Meis ma non avrei mai potuto avere un amico, Amicizia vuol dire confidenza, come avrei potuto confidare un segreto della mia vita senza nome e senza passato? Avrei potuto avere solo conversazioni superficiali, potrò vivere solo con me e di me. Siamo giusti, io mi ero conciato in quel modo per gli altri, non per me, ora mi chiamo Adriano Meis, Mattia Pascal era morto.

La vita a considerarla così da spettatore estraneo mi pareva senza senso e senza scopo

Analisi sulla società di massa, sottolinea l’ambivalenza del progresso:
Perchè c’è questo stordimento di macchine? e che farà l’uomo quando le macchine faranno tutto? Si accorgerà allora che il progresso non ha nulla a che fare con la felicità? Di tutte le invenzioni che fa l’umanità, che gioia proviamo noi ammirandole? Un giorno ho fatto il giro di mezza Milano con il tram elettrico, l’uomo diceva che era una bella invenzione, ma non si era accorto che, a causa dei soldi spesi nel tram e nella bolletta della luce spendeva tutto lo stipendio, eppure crediamo di essere felici, ed avere un’esistenza più comoda.

Il lanternino:

Mattia Pascal si è operato ad un occhio e deve stare 40 giorni al buio. Durante questi giorni avvia un discorso filosofico con Anselmo Palearmi, il padrone dell’albergo in cui vive a Roma:

Il signor Anselmo mi dimostrava che non siamo come l’albero che vive e non sa di vivere * albero a cui la terra, pioggia, sole e vento non cambia nulla. Noi invece siamo consapevoli che stiamo vivendo, abbiamo il `sentimento della vita. Nel mondo ci sono tanti lanternini accesi, alcuni attraverso la lanterna vedono più o meno luce, chi ha il lanternino acceso o spento. Quando la persona muore, il lanternino è spento. Ognuno ha la sua consapevolezza di vita

Non sa di vivere non ha la consapevolezza di essere vivo. La vita, o consapevolezza di vivere, è uguale ad un lanternino.
1 uomo = 1 vita = 1 lanterna

Quando l’uomo muore il lanternino si spegne.

A me sembra che in certe età della storia, come in certe stagioni della vita individuale, potrebbe essere che i lanternini assumano un colore rispetto ad un’altro. L'unione dei lanternini da origine a dei lanternoni, dove prevalgono alcuni colori. Se prevale il rosso potremmo dire che prevale l’idea della virtù pagana, se prevale il viola prevale la virtù cristiana, le idee prevalgono e si diffondono perchè sono prodotto di sentimenti collettivi. Se il sentimento collettivo si divide, la fiamma dell’idea diventa più debole, come avviene nei periodi di transizione, nel quale non ci sono tendenze dominanti.

Ci sono perodi della storia nei quali non c’è più luce, si crea un buio improvviso (non ci sono guide), le lanterne vanno avanti e indietro, ma nessuno trova la via, si urtano, si aggregano ma non si mettono d’accordo, si sparpagliano, sono formiche che non trovano il formicaio.

Se non ci sono idee dominanti, molte persone vanno in chiesa, perchè si fidano della religione.

Li trovano l’alimento per la vita (l’olio della lampada). Poveri vecchi a cui mentì la vita e che vanno nel buio della vita…

Alla fine dice che è tornato, nessuno lo riconosceva eppure dice di esserer come una volta. Vedendo alcuni lineamenti avrebbero potuto pensare alla somiglianza come Mattia. Nessuno lo riconosceva, perchè nessuno pensava più a lui.

Uno, nessuno e centomila

Racconta la storia di Vitangelo Moscarda, un borghese. Un giorno sua moglie lo guarda e dice che il suo naso pendeva a destra. Lui ci rimane male e si interroga, l’aveva destabilizzato e non si riconosceva più. Decide di cambiare vita, rinunciare alla vita e all’azione.

Il titolo sintetizza la filosofia di Pirandello, secondo cui l'uomo è uno, ha un’identità, ha centomila immagini e maschere che cambia in relazione al contesto, ma finchè ogni volta deve indossare una maschera alla fine non è nessuno, non sa neppure lui qual è la sua vera identità.